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      Come il vecchio sartor fa nella cruna.
      Imperocchè l'occhio ignudo, ed anco di sua naturalezza debole, lo può da per sé stesso facilmente ravvisare, e scorgere corredato di ramificazioni sanguigne, e può considerarne i moti, e le regolate sue pulsazioni, purchè miri, e si affissi in quella parte del corpo, dove dalla natura fu collocato. Mi servirò delle parole di Marco Aurelio Severino, che nella parte seconda della Zootomia al Capitolo vigesimo scrisse: Verum accidit quoque, ut multa sint cuique obvia, visuque & tactu familiaria, quæ neque etiam extare advertuntur, et tamen revera sunt. Non alle sole Chiocciole terrestri ha dato la Natura il cuore; ella lo ha dato altresì all'Ostriche marine, ed a tutte tutte quante le Conchiglie, che abitano nell'acqua dolce, e nell'acqua salata, ed a tutti quanti gli altri animali, che non anno il sangue tinto di rosso, non essendo necessario il color rosso a dare l'essenza di sangue; in quella guisa appunto, che tanto è veramente vino il vino vermiglio, quanto il bianco, il dorato, ed il mezzo colore. Che più? Infino ne' vilissimi Lombrichi terrestri, infino in quegli stessi Pinci marini, che stanno perpetuamente attaccati agli scogli, infino in quegli altri Zoofiti pur sempre radicati ne' medesimi scogli, e talvolta radicati ancora sul groppone di altri zoofiti, e che da' pescatori Livornesi son chiamati Carnumi, e da altri (perchè, levata loro la prima durissima, e scabrosissima pelle, appariscono nel colore, nella figura, e nella sustanza simili ad un tuorlo d'uovo quasi cotto, sodo, avente due beccucci sporti in fuora, simili a quegli de' Pinci marini) vengono appellati uova di Mare; infino, dico, in essi trovasi il cuore bello, mostrabile, e visibile senza occhiali; e si trova altresì infino in quei moltissimi, e lunghi tarli, o vermi di Mare, che da' marinai son chiamati Brume, in quegli, dico, che si annidano in tutte quelle tavole delle navi, le quali stanno sempre sott'acqua, e laggiù sott'acqua le rodono, le trivellano, e per valermi di un vocabolo marinaresco, le verrinano tutte quante con grandissimo danno delle medesime navi.


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Osservazioni intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi
di Francesco Redi
Tipi Pietro Marini Firenze
1684 pagine 162

   





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