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      6. Ho tenuti i Lombrichi a nuotare nell'acqua comune in vasi di vetro. Vi sono vissuti sedici, diciotto e venti giornate senza mangiare; dopo 'l qual tempo, cavati dall'acqua e messi fra la terra anno ricominciato a mangiare; e di bianchi che erano divenuti nell'acqua, anno ripreso il color pristino, senza mostrar segno di voler morire. S'ingannò Tommaso Mufeto quando, nel secondo libro, cap. 42. del suo Teatro degl'insetti, volle scrivere: Sicut lumbrici terrestres in aqua haud diu vivunt, ita etiam aquatici in arida positi cito intereunt.
      7. Stemperai nell'acqua comune una giusta quantità di Aloè soccotrino, polverizzato in modo che l'acqua ne divenisse tinta e amarissima. In questa tintura misi quattro Lombrichi, i quali parve subito che se ne sbalordissero; ma la verità si è che vi si mantennero vivi ventiquattr'ore; ed in questo tempo uno di essi quattro cominciò a sbucciarsi della cuticola, principiando dalla coda, ed arrivando quasi fino a mezzo del dorso e del ventre, dove la buccia si raggruppò a foggia di un cercine intorno intorno ravvolto. Passate ventiquattr'ore, cavai dall'acqua amara i quattro Lombrichi e gli misi in vaso di vetro tra la terra umida, aggiuntovi qualche piccola porzioncella di Aloè polverizzato, e vi camparono vivi molti e molti giorni. Reiterai la prova nella stessa tintura con quattro Lombrichi. Per tre giorni interi non vi morirono: ma in capo al quarto giorno gli trovai tutti morti. Come dunque si ha da credere che l'Aloè sia quel potentissimo e presentaneo ammazzatore de' Lombrichi, come lo celebrano gli Scrittori?


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Osservazioni intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi
di Francesco Redi
Tipi Pietro Marini Firenze
1684 pagine 162

   





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