Nelle Tartarughe di acqua dolce ed in quelle del mare non ne ho mai trovato ne pur uno, ancorchè molte e molte ne abbia osservate per la alta Generosità del Serenissimo Granduca mio Signore.
In un Cigno del Giardino di Boboli, che morì, di tanta e di così indicibile e sparuta magrezza, che non era se non ossa e pelle, e nello sterno appena appena si riconosceva qualche smunto vestigio di quei grossi e forti muscoli pettorali che lo ricuoprono, osservai la cavità del ventre piena d'infiniti Lombricuzzi, lunghi la maggior parte quanto una lunga spanna, sottilissimi e bianchi, de' quali potei noverarne più di dugento, insieme con molti altri simili che se ne stavano chiusi e aggruppati dentro a tutto il canale degli alimenti, e dentro altresì a' due lunghissimi intestini ciechi. Il dottissimo Giorgio Girolamo Velschio, nell'erudito suo libro De vena Medinensi, fa menzione e porta la figura di simili Lombrichi, osservati da lui e dallo Spigelio nelle Allodole e ne' Calderugi.
Fra gli Scrittori della Falconeria son noti quei vermicciuoli, da' quali sono infestati internamente i Falconi, e che, per rassomigliarsi alle lunghe gugliate o fili di sottilissimo refe, dagli Strozzieri son nominati Filandre. Di queste Filandre io n'ho vedute moltissime volte in tutte quante le razze de' Falconi; e sono Lombrichetti bianchi, lunghi più di un terzo di braccio, e grossi quanto quella corda del violino che dicesi il canto, e talvolta ancora più grossi; ed abitano per lo più in vicinanza de' polmoni, ammassati e aggrovigliati come in due sacchetti trasversali appoggiati ad essi polmoni, quasi che a prima vista questi sacchetti sieno due di quelle vesciche, alle quali i medesimi polmoni somministrano quell'aria che, per essi polmoni degli uccelli, fa passaggio nella funzione del respirare.
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