In due Pernici bianche con i piedi pennuti, di quelle che nascono e abitano ne' Monti Pirenei e che eran mantenute nelle Uccelliere del Giardino di Boboli, ho osservati i loro grossi e lunghissimi intestini ciechi abitati da molti e molti minutissimi Lombrichetti: ho detto lunghissimi intestini ciechi, perchè ogni piccola Pernice bianca de' suddetti Monti Pirenei suole, a foggia delle Pernici e delle Starne d'Italia, naturalmente avere i due ciechi intestini così lunghi, che il più lungo di essi due, essendo disuguali tra di loro, si estende alla lunghezza d'uno e mezzo de' miei palmi. Il che è considerabile in un così piccolo uccello, il quale è minore e men pesante d'un piccion grosso: e pure il piccion grosso ha gl'intestini ciechi così corti, che appena arrivano alla lunghezza dell'unghia del dito indice d'un uomo. Ma che rammento i piccion grossi e torraiuoli, i Colombacci salvatici, l'Accegge, i Corvi, le Ghiandaie, i Falcinelli, le Cicogne, i Gabbiani o Mugnai, le Garavine, i Palettoni? Se tutti gli uccelli di rapina, o grandi o piccoli che sieno, eccettuatone i Barbagianni, i Gufi, le Strigi o Nottole ed altri Rapaci notturni anno cortissimi i loro due intestini ciechi? E l'Aquila Reale stessa, che è un Augello così grande che talvolta pesa diciotto e diciannove libbre, ed ha così lunghe l'ale che, misurate dalla punta delle penne maestre d'un'ala sino all'estremità delle penne dell'altra, arriva alla misura di quattro braccia e mezzo, ed anco più, di misura Fiorentina: e pure i suoi intestini ciechi non son più lunghi di quel che si sieno quegli delle Colombe e de' soprammentovati uccelli, anzi son forse più corti, ancorchè un tantino più grossetti.
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