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      Lo stomaco appariva poco maggiore della grossezza degl'intestini, i quali intestini, avendo pareti sterminatamente grosse, si allungavano alla misura di otto braccia, e ravvolti in più giri chiudevansi in un sacco o guaina, conforme di sopra ho accennato degl'intestini del pesce Spada. Tutto lo stomaco e tutti gl'intestini gli trovai pieni pienissimi di una poltiglia bianca, senza verun altro contrassegno di cibo o di escrementi. In quella poltiglia bianca stavano impantanati venti vermi di color bianco sudicio, con figura similissima a quella de' vermi dell'intestino retto del pesce Spada, con questa differenza però, che questi del pesce Tamburo erano quattro volte maggiori di quegli, ed aveano l'estremità della coda biforcata, scorgendosi tra l'un rebbio e l'altro della forca manifestamente l'apertura del podice, nella quale terminava di questi vermi l'intestino; nel di cui canale, siccome ancora, nello stomaco, stagnava un poco di quella poltiglia bianca, in cui impantanavansi i vermi. Le estremità de' due rebbi della coda ancor esse erano aperte, ed in esse terminavano due rami de' canali spermatici. Ne' maschi questi due rami erano più lunghi di quegli delle femmine, e nelle due estreme guaine chiudevano due membri genitali molto appuntati, siccome l'ultime due guaine delle femmine terminavano pure ne' due rebbi della coda forcata con manifeste aperture; e prima che il lor tronco principale si diramasse in due rami, dilatavasi in una cavità ovale tutta piena di minutissime uova.


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Osservazioni intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi
di Francesco Redi
Tipi Pietro Marini Firenze
1684 pagine 162

   





Spada Spada Tamburo