Ogni pennellino maggiore avea chi cinque, chi sei, chi sette, chi otto setole dure e pungenti, e chiuse, per così dire, come in una penna o guaina. Queste setole sembravano tutte di color nericcio e filiginoso, eccetto quella del mezzo, la quale essendo sempre la più lunga e la più grossa, ella è parimente sempre di color d'oro lustrante, che alcuna volta rassembra velato di verde, secondo gli sbattimenti della luce. La guaina o penna, dentro la quale a foggia di pennello racchiuse e congegnate stanno queste setole, è corredata de' suoi tendini e de' suoi muscoli per potersi muovere e drizzare, e per potere altresì sguainar le setole, e per poterle ritirar in dentro a sua voglia nelle guaine. I fianchi poi dell'animaletto intorno intorno son tutti setolosi, ma con pennellini minori, aventi però le setole più lunghe, e molte di esse meno pugnenti e più flosce e pieghevoli. Il dorso per tutta quanta la sua lunghezza, e per la larghezza di un pollice, si rimane liscio senza setole di sorte veruna, ma tutto coperto di una ammaccata peluria gialliccia, simile a quella sbavatura che circonda esternamente i bozzoli de' vermi da seta. Dall'una delle estremità si apre il forame della bocca, all'intorno della quale pendono due antenne o cornetti carnosi flosci e bianchi. Nell'altra estremità opposta scorgesi il forame del podice. Nella cavità del ventre mirasi un canaletto di color purpureo accesissimo e tutto fatto a globetti distinti l'uno dall'altro, il qual canaletto, dal sito della bocca, dove è un poco più grosso, scorrendo per tutto il ventre, va a terminare molto più sottile in vicinanza del podice; e questo si è il cuore diramato in molti piccoli cuori.
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