Onde credo che possa affermarsi per cosa singolare, e non più osservata, che tra gli animali non ragionevoli il solo pesce Delfino sia quegli che, non ostante la maggiore o minor mole del corpo, abbia il cervello maggiore di tutte quante l'altre razze di bestie. I Manzi ed i Bufoli, che talvolta pesano mille cinquecento libbre, appena anno due libbre o poco più di cervello. Forse maggior di tutti lo avrà quel grande animalaccio volante, di cui la celebre famosissima satira:
Metton certe appendici del Botero
Nell'India pastinaca un Uccellaccio
Ch'alza da terra un Elefante intero.
Apicio ed Ateneo mi sgriderebbono se lasciassi in dimenticanza quest'altra osservazione, ancorchè non sia a proposito, che il cervello del Delfino è una delicatissima vivanda e non cede, ne poco ne punto, a quella del cervello delle Vitelle di latte, o di qual si sia altro costumato nelle più laute e più ingegnose cucine; anzi direi per Esperienza che fosse molto migliore, e più dilicato e gentile. Se poi in tutte le razze de' Delfini avvenga lo stesso non saprei affermarlo. Favello qui di que' delfini che frequentemente si pescano nel Mar di Toscana, e nello esaminar le loro viscere, gli ho veduti quasi in tutte le parti similissimi a quegli che dal dottissimo Tommaso Bartolini e dal celebre Giovanni Daniel Maiore furono notomizzati e descritti col nome latino di Phocæna e di Tursio.
Quando favellai de' vermi dell'Orso e della fabbrica de' suoi Reni, dissi che il Delfino avea anch'esso i Reni distinti in particelle, e lo dissi con verità, perchè veramente tutti i pesci, conforme ancora tutti gli uccelli, anno i Reni scompartiti in varie particelle di differenti figure, che non sono altro che altrettanti piccoli Reni.
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