La parte superiore del giupponcello terminava a fior di spalle in una listina di mussola, che in gran parte copriva gli avorii del seno. Il volto di Lucia sarebbe stato all'Urbinate un prezioso tipo per le sue madonne. Gli occhi azzurri ed i coralli del breve labbro sfavillavano fra i gigli e le rose del verginale sembiante; ed il cuffiottino di trapunto bianco con due fettucce raccomandato al mento, faceva viemmeglio spiccare quell'angelico viso, sul quale scorrevano a guisa di fila d'oro le ciocche de' biondi capegli.
Giacomo e Lucia sotto la capanna di Bousson mi rappresentavano la vecchiaia e la giovinezza adorne di riverenza e di amore.
V.
Il buon Giacomo mi dimandò della mia patria e del mio nome, e donde venissi e dove andassi; ed io, soddisfatto che l'ebbi in ogni sua domanda, entrai alla mia volta ad interrogarlo della sua vita e della sua famiglia.
- Un po' di bene e un po' di male, qui come in tutto il mondo, - mi rispose egli traendo un sospiro. Indi soggiunse:
- Grande è l'emigrazione da questi monti e da Cesana istessa, poichè son finiti i lavori campestri. A me, padre di cinque figli, resta la compagnia di quest'una, che nel verno viene meco col gregge nei piani di Torino, e nella nuova stagione meco risale queste alte montagne.
Dei maschi, uno insegna a leggere e scrivere in un villaggio della Savoia, un altro è quell'arrotino che bene spesso fa udir la sua voce per le vie di Susa; il terzo campa la vita e raggranella qualche soldo con due suoi compagni, mostrando la lanterna magica per città e ville al suono della ghironda e delle nacchere.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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Lucia Urbinate Lucia Bousson Giacomo Cesana Torino Savoia Susa
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