Pagina (10/263)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il più giovine lavorava con molto utile nelle officine di Marsiglia; ma nel quarantotto, saputo di Carlo Alberto che avea intimato guerra al Croato: sono italiano anch'io! sclamò con tutto l'ardore dei suoi diciott'anni; e, lasciata Francia, corse a raggiungere i fratelli d'Italia sui campi lombardi, combattendo da soldato valoroso nella buona fortuna e nella cattiva.
      - Ed ora?
      - Ora è di sua sorte più che tutti contento nelle file del nostro esercito, con sul petto la medaglia al valore militare, non senza speranza di cambiare tra poco i galloni del sergente con gli spallini dell'uffiziale.
      - Ma, ditemi: vostro figlio, prima di farsi soldato d'Italia, non venne a vedervi?
      - Venne.
      - E gli deste il paterno consenso?
      - Padre! vado a combattere per la patria, per l'Italia! - mi disse. - Mi ricordai che avevo militato anch'io, e per una causa men santa; alzai la mano e lo benedissi.
      - Oh degno padre di un degno figlio! Ma, ditemi ancora: dove e quando avete voi militato?
      - Sotto il primo Napoleone (e ne additò il ritratto), nel cento undecimo reggimento, siccome lo attestano quella vecchia sciabola e questi bottoni qui del giubbetto, staccati dall'uniforme ch'io indossava nell'ultima rassegna del maresciallo Davoust dopo la fatal campagna di Russia.
      Fra questi parlari la folgore serpeggiava innanzi al finestrino della capanna, ed i tuoni romoreggiavano sempre più, quasi che volessero schiantar la capanna dalle fondamenta.
     
      Fremono i tuoni e pioggia accolta in geloSi versa e i paschi abbatte e inonda i campi,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





Marsiglia Carlo Alberto Croato Francia Italia Italia Italia Napoleone Davoust Russia