Schianta i rami il gran turbo, e par che crolliNon pur le querce, ma le rôcche e i colli.
(Tasso).
Io mormorava cotesti versi, ed il buon vecchio levatosi da sedere volse gli occhi alla immagine di Maria; e stesa la callosa destra prese il rosario, e, baciatolo, mormorò una preghiera e versò qualche lagrima.
Lucia, vedendomi intento a quell'atto religioso, mi disse:
- Il padre stringe il rosario, che la cara madre avea fra le mani, quando morì in questa capanna, pregando per noi. Quell'immagine e quel rosario sono il nostro scampo nelle disgrazie. Ah! vedete come già cessa lo scrosciar dei tuoni e il diluviar della pioggia?
Veramente il cielo si abboniva; ond'io ringraziai l'uno e l'altra delle amorevoli accoglienze, uscii colla guida per affrettarmi a Cesana, dove giungemmo in capo ad un'ora sotto luminoso arcobaleno, che, coronando la capanna del pio pastore, dalle falde del Chiabertone alle acque della Ripa mirabilmente si distendeva.
VI.
Cesana
Reliquia dell'antico Scingomago, Cesana è un paesello fra la Ripa e la Dora, con tettoie di abeti e di larici, con castelli in rovina, e dominato dall'antico campanile della Chiesa parrocchiale. Nel secolo decimosettimo contava sei mila abitanti, ora appena sei cento: piccolo popolo industre e procacciante.
Pochi in Cesana che non sappiano leggere e scrivere, e non siano laboriosi. Chiesi un barbiere, e mi fu mandato un Adrien, maestro di scuole elementari in Francia, poscia colono e barbiere in patria, ed usciere della Giudicatura.
In Cesana l'aria è salubre.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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