Al furore delle armi segui la pietà per gli estinti: i tamburi invitavano alle esequie, non più alla strage.
Io faccio per appressarmi alla bara del Bellisle; in quella mi desto, e... e mi ritrovo all'ombra del faggio con sotto al capo quel libro del Botta12, in cui la giornata dell'Assietta è mirabilmente descritta, come nel 1784 la ritrasse e la intagliò il pittore fiammingo La Pegna13:
E il pensamento in sogno trasmutai.
Dante, Purg. c. 18.
XIX.
Il Piemonte registrò fra i memorabili suoi fasti la battaglia del colle dell'Assietta; e Giuseppe Bartoli, veneziano, allora professore di lettere italiane nell'Ateneo torinese, la celebrò con cento trentotto stanze, ma non toccò l'altezza dell'argomento.
Meglio ai dì nostri il Cavaliere Agostino Lostia, uffiziale dell'esercito piemontese, la celebrò con un poemetto in versi sciolti, ch'ebbe una buona versione in lingua francese14. Il nostro soldato e poeta degnamente si accese alla vista del memorabile colle, ond'egli dice:
ed io la vidi,
E brama di vederla ivi mi spinseQuell'itala Termopile.
Vincenzo Monti con forti immagini ricordò quell'avvenimento nella sua Basvilliana, dove parlando di Francia prorompe:
La sovrana dell'Alpi in sull'entrataPonsi d'Italia e ferma tiensi e salda,
E alla nemica la fatal giornataDi Guastalla e d'Assietta ella rammenta,
E l'ombra di Bellisle invendicataChe rabbiosa s'aggira e si lamenta
In val di Susa15.
Lo ricordò pure Giulia Colombini, la Debora subalpina, nella fatidica canzone a Torino, esclamando:
Biancheggia ancor d'Assietta
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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