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      Lasciato a sinistra dello scalo il capace ospedale, vegliato dalle Suore di carità, l'illustre drappello volge a destra uno sguardo alla deserta Brunetta senza troppo rammaricarsi della sua caduta, conciossiachè ella fosse ben più baluardo d'Austria che non di Piemonte.
      Si ferma meravigliando innanzi all'Arco famoso, che, su l'antica via conducente alle Gallie, Marco Giulio Cozio e i popoli da lui governati eressero a Cesare Augusto Ottaviano, quand'egli otto anni prima dell'era cristiana valicava trionfalmente le Alpi.
      Fatti pochi passi incontra sul pendio d'un poggio le reliquie del palazzo, che fu sede del re Cozio, poi della contessa Adelaide, in ultimo del tribunale della Santa Inquisizione, ed ove ora, nobile palestra della gioventù studiosa, fiorisce il Reale Collegio.
      Scesa pel verde poggio si avvia la illustre schiera alla cattedrale di S. Giusto, consacrata nel 1028; ove spesso guardai con piacere al quadrangolare bizzarro campanile, alto diciotto trabucchi (51 metri), diviso in sette piani con finestruole ed archi a tutto sesto, retti con capitelli di stile romano. Per una balaustrata di mattoni cotti si gira intorno al settimo piano, che ha trafori e stemmi guasti dal tempo, ed una torricciuola ottangolare in ciascuno de' quattro angoli, con ottangolare corona e guglia corrispondente, sormontata da una croce; e dal mezzo del piano superiore si alza una maggiore guglia coverta di lamine luccicanti colla croce in cima, e dai quattro angoli della balaustrata sporgono quattro teste di strani animali.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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