«A capo del lago un'isoletta formata dalla natura e modellata dall'arte rappresentò quella di Rodi. Questa assalita da finte squadre turchesche in atto di guerra navale, venne difesa da altre di cavalieri pur fintamente condotti dal conte Amedeo di Savoia il Grande. Dopo tal conflitto uscirono alcune truppe di cavalieri a correr la lancia, ed a combattere con lo stocco nel campo d'una vicina pianura. Tutto il buono e tutto il bello d'una regia splendidezza e del fasto umano fu compendiato in quel giorno.
«Accompagnò la festa una quiete insolita d'aria con serenità di cielo, in modo che parve cangiata quella regione, sempre orrida, in un abitato soave, sospeso l'impeto de' venti e fatte esuli le procelle per servire alla felicità del passaggio della principessa sposa.»
Oltre a quanto ci riferisce il Castiglione, le feste che accompagnarono Madama Reale e il Serenissimo Principe, fra le grida di viva Savoia e Francia, vennero descritte da Carlo Emanuele Roffredo con ingenuo racconto, dirò con P. A. Paravia, ch'ebbe cura di far ristampare la Memoria delle cose d'allegrezza che sono state fatte in quella occorrenza.
Non meno grata fra gli alpigiani è la memoria della festa celebrata sul Cenisio il dì 13 agosto del 1837. Era la sagra di Santa Cecilia, patrona della musica, donde presero occasione le provincie di Susa e di Savoia a preparare un fratellevole ritrovo con musiche e banchetti. E furono veduti i due popoli di Susa e Lansleborgo, divisi di favella e costumi ma uniti in una speranza, che doveva avverarsi più tardi, confondersi in dimostrazioni di amore presso il lago, sulle vette del Cenisio.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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