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      Nè soltanto disse vere le accuse, ma dimandata se di altri delitti si sentisse colpevole, la infelice narrò come spesso in compagnia di altre streghe, che tutte nominò, si recasse di notte tempo al Rigoletto, ossia al concilio dei diavoli, in una selva del Minareto, o Mollaretto.
      Narrò che al Rigoletto si andava per aria a cavalcioni di un bastoncino unto di un misterioso unguento, e che il bastoncino e l'unguento erano a loro dati dal diavolo.
      Narrò che calpestato il crocifisso, fu quivi costretta a rinnegare il battesimo e la fede cristiana, la prima volta che andò al Rigoletto; e descrisse i balli, i giuochi e le oscene tresche a cui streghe e diavoli si abbandonavano, intantochè un di costoro, seduto sur un tronco d'albero, batteva un tamburo, facendo to, to, to....
      Insomma ripetè le tante storielle di fattucchierie udite sui monti sino dall'infanzia, e se ne dichiarò rea: e a così assurde e fanciullesche confessioni mostravano di aggiustar fede uomini che dicevansi luce del mondo, ministri della giustizia e sostenitori della religione.
      Indi ad un mese la Maddalena Rumiana veniva condannata al carcere perpetuo.
      Questa fu la misericordia dei padri inquisitori!»
     
     
      XXV.
     
      Rimasi sbalordito a tale racconto, comechè la storia dell'Inquisizione sia ricca di simili e peggiori, ed io ne abbia uditi assai in Sicilia.
      Chiesi a Norberto Rosa donde avesse tratte le notizie del suo racconto, ed egli mi rispose, possedere l'originale processo, che, incominciato nel principio del milleseicento, durò due anni.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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