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      Insomma le ripeto, conchiudeva il dottore, che a queste nozze di villaggio ella avrebbe passato un bel giorno, e ha fatto male a non accettar l'invito.
      - E a me pare, al contrario, di aver fatto molto bene.
      - E perchè?
      - Perchè vossignoria mi apprese in pochi minuti quanto io non avrei facilmente saputo nel villaggio di Mattie in tutto il giorno.
     
     
      VI.
     
      Questo racconto sente del ritratto che il libro dei Proverbi fa della donna massaia, la quale, traendo alla rocca la chioma, vigila al buon governo della famiglia; e mi ricorda altresì certe costumanze di feste nuziali, che trovai in un villaggio delle Calabrie, dove il popolo conserva l'idioma, i riti religiosi e i costumi de' suoi padri albanesi.
      Quivi la suocera all'entrata della casa avvolge un lungo nastro color di rosa dietro alle spalle degli sposi, e congiungendone i capi innanzi al petto, trae seco la desiderata coppia, rappresentando così uno stretto vincolo d'amore. Poscia i parenti e gli amici insieme cogli sposi stendono le mani intrecciandole a modo di corona nello spianato innanzi alla porta della casa e a suono di musiche cominciano una ridda lietissima, cantando ad un tempo in lor favella consigli e ammonimenti alla sposa, che somigliano in parte a quelli della nostra suocera delle Alpi Cozzie.
      La moderna civiltà bandisce, siccome fole, dalle superbe città queste simboliche cerimonie, e riduce le feste nuziali ad un atto notarile, ed al calcolo di alcune cifre: ed io amo ancora cercarne la poesia rifuggita fra il buon popolo dei monti, ove col suo canto e le sue corone rifiorisce il patto più solenne della vita.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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