Pagina (74/263)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dal mezzo della torre guardava a tramontana una loggia, come accenna attiguo ad una porta il lungo trave sporgente. Da quell'alta loggia, lo attesta costante tradizione, venivano precipitati giù per l'erta scogliera perpendicolare, nuova rupe tarpea, i dannati all'ultimo supplicio, e percotendo nei sottoposti ignudi scogli, tingevano del loro sangue le chiare acque della Dora, che bagna le falde alla orrida rupe del castello.
      Confortiamo lo sguardo nella distesa dei monti che a tramontana, sul lido sinistro del fiume, a modo di anfiteatro, s'inarcano dal bianco campanile di Foresto alla bruna torre di San Didero (Desiderio).
      Nella stagione primaverile la vaga famiglia degli augelli, e la rosa e il gelsomino, e i candidi fiorellini del mandorlo e del pero, i purpurei del persico e i bianco-rossi del melo e le infinite qualità di erbe aromatiche fra il verde del castagno, del rovere, del salice e del pioppo, e fra le ghirlande de' pampini spandono ineffabile gaiezza intorno alle capanne dì Chianocco e sul turrito castello di Bruzzolo, memorabile pel trattato quivi sottoscritto nel 1610 da Enrico IV di Francia con Carlo Emanuele di Savoia; e fra i molti casolari, che sparsi in ogni parte della cerchia alpestre, coronati di verzura, sembrano appesi ai ciglioni della montagna, e in mezzo a tanta esultanza della commossa natura, le Alpi Cozzie nel canto dei pastori e dei coloni intonano a Cristo l'inno della risurrezione e dell'amore universo.
     
     
      XI.
     
      Zefiro torna, e 'l bel tempo rimenaE i fiori e l'erbe, sua dolce famiglia,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





Dora Foresto San Didero Desiderio Chianocco Bruzzolo Enrico IV Francia Carlo Emanuele Savoia Alpi Cozzie Cristo