Certo è però che la cascina, innanzi alla quale è il sasso, si chiama anche oggidì la cascina Rolando, che suona a un dipresso Rutlando, il vero nome del Duca d'Anglante, mutato dagl'Italiani in quello di Orlando per maggior dolcezza di suono.
Un altro particolare diè vigore alla falsa tradizione. Nella cascina Rolando, antico rustico edifizio con due finestre di stile gotico e con merli anneriti dal tempo, a cavaliere della porta d'ingresso, era dipinta sulla facciata una Madonna, e in diverse parti lo stemma gentilizio della famiglia Carroccio Fiocchetto, che teneva il feudo di Villarfocchiardo. Inoltre si vedeva figurato un guerriero a cavallo con elmo piumato in testa, ed armato la destra di lunga spada. Forse in quel guerriero si è voluto rappresentare San Giorgio o San Martino, ma il volgo credette ravvisarvi il furioso Orlando. Il tempo e le piogge hanno pressochè cancellato l'affresco della Madonna, e soltanto rispettarono qualche testa, qualche zampa dei leoni dello stemma gentilizio; e del sognato Orlando sono rimaste solo le piume del cimiero e la punta di Durindana.
Checchè ne sia, il sasso d'Orlando in Val di Susa venne ricordato eziandio da scrittori stranieri. Ne parla il Valéry nell'opera Curiosités et anecdotes italiennes, e porta a testimonianza il Lalande, che «raconte avoir ouï dire qu'à trois lieues de Suse on voyait une figure de Roland, et que l'on y montrait une pierre énorme fendue par lui d'un coup de son épée, suivant la tradition du pays».
Io, guardando la parete merlata del podere, mi assisi nello spianato erboso, innanzi l'antico edifizio, sullo spaccato sasso di Orlando.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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