Queste cose mi diede a vedere con molta cortesia Giambattista Morelli, dal 1832 prevosto di quella parrocchia, de' più autorevoli ed eloquenti sacerdoti in Val di Susa.
II.
La Sagra di S. Michele.
A dieci miglia da Torino, nella Valle della Dora, a guisa di promontôri irti e scabri, sorgono due monti, Pirchiriano e Caprasio, che separati dalle acque del fiume si guardano davvicino fra mezzodì e tramontana, come se da potenza misteriosa dovessero venir congiunti per impedire all'avido straniero l'entrata in Italia. I due monti abbondano di leggende, e specialmente il Pirchiriano per la famosa Badìa che gl'incorona il capo, già abitata da monaci Benedettini, ed ora da preti Rosminiani, uno de' quali mi è stato benevola guida al salire.
Quel Rosminiano, Clemente di nome, avea in cervello tutte quante le cronache e tradizioni del Pirchiriano e de' luoghi circostanti, e mi aperse i tesori della sua erudizione.
- Sino dal secolo nono dell'êra cristiana, egli mi diceva, le nostre giogaie furono abitate da penitenti cenobiti, che sulle cime di questo monte costruirono un oratorio all'Arcangelo S>. Michele. Invitato sullo scorcio del decimo secolo a consacrare l'oratorio, venne Amisone vescovo di Torino. Si narra, che nella notte precedente alla consacrazione, a lui ed ai molti del suo seguito dormenti in Avigliana apparisse vivida luce sull'Oratorio e per le rupi del monte; e che pieno la mente di tal visione il vescovo, giunto all'Oratorio, incontrasse schiere luminose di angeli con insegne pontificali, e una colomba, che scesa dal cielo volava intorno all'alpestre tempietto.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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