Villarsamarco era feudo dei Mistrotti, e quello di Villarbasso fu degli Ambrosii, d'Angennes, Mistrotti; Pianezza appartenne al conte Martinengo nel secolo xvi; dipoi fu marchesato di donna Matilda di Savoia e de' discendenti da lei; e Reano era contado dei principi del Pozzo della Cisterna, dai quali riconosce la costruzione della gotica chiesa parrocchiale, adorna di bei dipinti. Giaveno fu della Badia di S. Michele, poi feudo di Brichanteau; e i Bertrand di Monmegliano, potenti e prepotenti baroni, cagione di molti travagli agli abati di S. Michele, furono conti del memorabile castello di Brusolo, ove nel 1610 seguì tra il Piemonte e la Francia il trattato, pel quale Enrico IV prometteva a Carlo Emanuele I la Lombardia, alto disegno rotto in allora dal pugnale di Ravagliacco, ma ricomposto e adempiuto ai dì nostri col trionfo del sangue latino. Baratonia fin dal mille fu capo di un viscontado, ed Avigliana ebbe a signori i Carron marchesi di Santommaso, famiglia che vantò nei secoli xvii e XVIII tre generazioni di ministri, e da ultimo il marchese Felice, storico di nobile ingegno e d'indole preclara.
A questi nomi dovremmo aggiungere altri molti di vescovi ed abati, onde organavasi in Val di Susa il consorzio feudale, frastagliato di tante e sì diverse giurisdizioni, che inceppavano il commercio e le industrie ed impedivano lo svolgimento del vivere libero e civile.
VI.
Che strano e disonesto brulichìo di baroni contendenti e contristati vassalli! Il medio evo fu il barbaro trionfo dell'ignoranza armata.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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