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      I frati pregano e benedicono le acque, ma invano; parecchi di essi sono al pari di me travagliati dalla febbre terzana. -
      Cercai di consolarlo, augurandogli abbondanza di pesci e serenità di salute, e gratificatolo del pronto tragitto, toccai il lido innanzi al Convento.
     
     
      XV.
     
      Quel convento dei PP. Cappuccini, sormontato da una cupola, sorge su d'un poggio verde di cipressi, salici ed olmi; e un'alta croce di legno gli sta d'innanzi guardiana della preghiera e della penitenza. Entro una nicchia difesa da cancello di ferro mormora perenne fontana, le cui acque si accolgono in petroso bacino. I villici assetati vi trovano ristoro usando della tazza assicurata al cancello e pendente da una catenella. Così come i Dervissi d'Oriente, i buoni frati d'Occidente accanto al romito ospizio offrono agli stanchi pellegrini il beneficio di acque desiderate.
      Io ne bevetti con soddisfazione; e le trovai fresche e grate come quelle che nell'Epiro attinsi alle fonti del Pindo, al di là del lago di Giannina. Ma le acque di Avigliana non hanno, come quelle del Pindo, la virtù vivificatrice de' carmi; perchè entrato nel Convento per una cancellata di legno, sulle pareti del vestibolo lessi a grandi caratteri quattro sonetti, dai quali ci è lecito argomentare che quivi i frati dalle loro acque non attingano la poetica inspirazione.
      Torcendo lo sguardo da quei quattro peccati di poesia, nel mio quaderno presi a notare la bella veduta di quei siti pittoreschi e le cose pregevoli del convento. Ma i frati mal sospettarono di me.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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