Egli si era più volte adoperato a dotare di un Asilo le rive della Dora; ma egli è morto, senza che i suoi voti fossero esauditi.
Un dì mi disse: "Va a confortarti di tale mancanza in Giaveno, ove vedrai un Asilo infantile fondato nell'agosto del 1859.
XXV.
Giaveno.
Lasciando per qualche ora le acque della Dora, nell'autunno del 1857 mi condussi lontano tre miglia al sud-est da Avigliana; e giunto alle rive del Sangone mi annunziarono Giaveno le mura cadenti de' tempi feudali e tre torri merlate, e il torrente Alasio che, scorrendo per le vie del paese, ricrea col murmure e colla lucidezza delle acque i sette mila abitanti, come un tempo la Dora Riparia per l'ampie arginate vie di Torino.
Visitai il seminario, poi collegio vescovile, di ventiquattro alunni, e vidi nel refettorio i ritratti dei cardinali Ferrero e Gerdil, e una lodata tela in cui è raffigurato Cristo che lava i piedi a S. Pietro; e quivi ricordai monsignor Lorenzo Renaldi, vescovo di Pinerolo, che proponeva nel 1854 di convertire quel seminario in sede della Missione italiana per i cristiani d'Oriente. Concetto altamente religioso e civile fu quello del Renaldi, e, quando l'Italia e la Chiesa torneranno in pieno accordo, dovunque esso metta radice, sarà sempre potentissimo mezzo perchè la nostra nazione eserciti la sua civiltà in Oriente col protettorato dei Cristiani, degnamente emula della Francia.
Due scritte trassero la mia attenzione in Giaveno. L'una sulla chiesa parrocchiale intorno al quadrangolare campanile che dice: Jam venit specula Pœnus, con le quali parole Giaveno dà l'etimologia del suo nome, asserendo colà Annibale essersi fermato non appena ebbe superato il passo delle Alpi.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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