Quivi nel 1181 due fratelli di santa vita, monaci spedalieri, Giovanni e Pietro, ponevano mano alla costruzione d'una chiesa e di uno spedale per la cura di quegli infelici ch'erano tocchi dall'erpete orribile, denominata fuoco sacro, che in breve consumava le membra che n'erano tocche.
Quel morbo crudele spesso infieriva nei secoli undecimo e duodecimo, e a Sant'Antonio della Tebaide, come a sperimentato protettore, s'indirizzavano preghiere e voti per esserne liberati: e perciò da quel santo s'intitolarono i monaci spedalieri, istituiti nel 1095 da Gastone, uomo di grande autorità, in Vienna del Delfinato, dove fu trasferito ed avuto in grande onoranza il corpo del santo Abate del deserto. Essi vestivano abito nero, e portavano alla parte sinistra del petto il Tau, segno mistico della potenza, che era una croce senza capo, di panno ceruleo, raccomandato ad un nastro sovra la cappa.
Questi monaci dal loro patrono presero nome di Antoniani, ed il beato Umberto III di Savoia da loro invocato si porse benigno a soccorrerli. Il 27 giugno pertanto del 1181 quel munifico principe concedette ai monaci di Ranverso una grande distesa di terreni, franchigie di pedaggi e dazi, e proprietà di molini e giurisdizione sugli uomini che abitassero ne' possedimenti degli Antoniani; il che venivali a costituire in grado di baroni. E tali cose donò e concedette a richiesta ed istanza del suo diletto e caro Giovanni, e di Pietro fratello del medesimo.
E chi era questo diletto del beato Umberto? Non poteva essere per certo un uomo volgare, che egli non avrebbe posto l'affetto suo in un dappoco.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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