Ed ora incontro voi (e ne ringrazio il cielo), suo degno amico, pure innanzi a cristiano monumento, in luoghi ricchi di memorie religiose e guerresche.
Dacchè ci siamo conosciuti volsero molti anni, ne' quali ho corso l'Oriente studiando la storia del Cristianesimo e i fasti della cavalleria latina.
- Ed io, ripigliava egli, ho corso ormai tutta Europa, rovistando gli archivi polverosi, per suscitare nomi e storie d'insigni francesi che portarono fra gli uomini la fede, la scienza e la civiltà.
Spesso mi chiudo e vivo nella solitudine de' chiostri, e non cercando i rumori della fama, colla pubblicazione di memorie anonime mi compiaccio di rivendicare a' miei antichi ciò che loro è dovuto: e qui, poco discosto dalle Chiuse, qui dove suonano gl'imperituri nomi di Pipino, di Carlomagno e di Rolando, non può a meno che non si rinvengano le notizie di qualche nostra gloria, di cui siansi giovate a vicenda la Religione e la Civiltà. -
Ciò diceva con quel fare enfatico, proprio de' Francesi, che cercano la loro patria in ogni terra, e fiso aspettando da me una risposta.
- Oh! ripigliai sorridendo, qui nel chiostro di Ranverso non credo che i vostri Franchi abbian lasciato veruna memoria. Il convento e la chiesa sono del secolo duodecimo, e debbonsi ad un Umberto di Savoia ed a Giovanni Gerso.
XXX.
Il Libro De Imitatione Christi.
- Come, come! interruppe con enfasi l'abate, rizzandosi in piedi: Giovanni Gerson, avete detto?
- Per l'appunto. Gerso o Gerson vale lo stesso.
- L'autore forse de' quattro libri Dell'imitazione di Cristo?
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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