- Senza dubbio.
- Ma allora questo monistero si deve ad uno dei nostri.
- Scusatemi, ottimo abate, se vi contraddico. Il Gerso o il Gerson della Imitazione di Cristo venne qui da Cavaglià dove nacque, e Cavaglià è un luogo di 2400 abitanti, nel circondario di Biella, sulla via maestra fra Ivrea e Vercelli.
- E il Monfalcon?
- Il Monfalcon nell'edizione poliglotta di Lione, per soverchio amor di patria, attribuì il famoso libro al cancelliere Giovanni Charlier, nato nel villaggio di Gerson, diocesi di Reims, e morto a Lione nel convento dei Celestini.
- Precisamente!
- Or bene, il vostro cancelliere, mio caro abate, era un Charlier, e il nostro monaco un Gerson, l'uno e l'altro dotto e pio, l'uno e l'altro rispettabile e benemerito della religione e delle lettere.
- E chi vi dice, ripigliava l'abate con un po' di bizza, che l'autore di quell'aureo libro non sia piuttosto il nostro Charlier che il vostro Gerso? Quanti uomini insigni non presero nome dal luogo natale, specialmente ne' tempi lontani!
- Voi dite bene, gli risposi; ma in controversie, come questa, mi concederete che le date e i codici debbano dissipare ogni dubbio e far risplendere la verità.
- Per l'appunto.
- Allora con calma cristiana uditemi. La storia del libro Dell'imitazione di Cristo e del vero suo autore, scritta dal cavaliere Degregori, e il codice De Advocatis da lui trovato nel 1830 in Parigi, nella libreria Techener, e donato all'archivio capitolare di Vercelli, sono gravi argomenti contro coloro che ne facevano autore il Kempis e il cancelliere parigino Gerson.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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