Piega alquanto al sud, facendo ricordare le torri pendenti di Pisa e Bologna. Nel lato sinistro della chiesa sulla piazza parla all'intelletto e al cuore un ottangolare piliere di grigia pietra, infisso nella roccia; il quale nella sommità finisce in dado su cui posa un pezzo di marmo bianco, scolpito da un lato colla figura del pellicano, da un altro con quella della colomba, simboli eloquenti della carità e della semplicità, virtù che, secondo la mente dell'institutore, dovevano splendere soprammodo nei benemeriti cenobiti Antoniani.
XXXIII.
Entrammo nella chiesa, la quale ha tre navate; a sesto acuto quella di mezzo e la laterale a destra, ed ha la terza sformata da recenti costruzioni.
Alto cancello di ferro separa dalla chiesa il vasto presbiterio, dove su piedistallo sorge una statua in legno che tiene un libro nella mano sinistra, e la destra appoggiata ad un bastone, da cui pende un campanello. Rappresenta il patrono del luogo l'abate S. Antonio coll'anagramma T sull'abito nero.
Innanzi a quella statua, guardando all'Abate francese ed al Cappellano, domandai qual fosse il significato del T, tanto ripetuto nelle immagini degli Antoniani.
Il Cappellano prontamente rispose:
- Il Tau è segno di salute, come si legge in Ezechiello al capo IX: Omnem autem, super quem videbitis Thau, ne occidatis; e la Chiesa, nella bolla di fondazione dando all'ordine Antoniano quel segno taumaturgico, lo appella signum potentiae.
- Dice molto bene l'erudito Cappellano, esclamò l'Abate francese; ma io opino il T significasse la specie di gruccia o bastone, di cui il santo anacoreta faceva uso, come lo vedete in questa statua, e il campanello che vi era raccomandato doveva forse servirgli per chiamare i suoi discepoli.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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