Egli vi ritrasse bella e maestosa donna che tiene colla mano sinistra la bilancia sospesa, e brandisce colla destra la spada innanzi ad eminente seggio in cui sta il libro della legge. Il caduceo, il fascio romano e il cornucopia vi sono dipinti a rappresentare il commercio, la concordia e l'abbondanza, frutti dell'età giusta e forte.
Si narra che quel quadro, in una esposizione artistica del R. Castello del Valentino dopo il 1815, fosse levato via per ordine superiore. Si sospettò che l'artista volesse accennare a reggimento repubblicano, imperocchè sul trono dell'età dell'oro non collocò il Re, ma la legge soltanto. L'artista imperiale era forse divenuto repubblicano?
XLVI.
Fosforescenti sipari da teatro mi parvero i dipinti, ne' quali con alto concetto il Revelli rappresentò lo stato selvaggio dell'uomo, ed i suoi progressi coll'aiuto delle scienze e delle arti, e l'ultimo fine nel trionfo della mente nel paradiso, dove Genii librati fra le nubi rendono omaggio all'Ente supremo, fonte perenne dell'amore e della sapienza universa.
XLVII.
La stanza intitolata la Grotta de' Leoni è dipinta come grotta, animata da un getto d'acqua assai elevato, che ricade in ampia vasca, cui stanno ai lati due leoni colossali, fra cui signoreggia la statua di Mercurio Trismegisto, inventore dei caratteri.
Sull'orlo della vasca stanno diversi augelli palustri imbalsamati, che imitano il vero e rendono più vera e gaia l'apparenza della grotta fantastica.
Presso un vestibolo dipinto a notte, dove sono le statuette d'Amore e Psiche, il pittore filosofo volle pure consacrare una camera a Lodovico Ariosto; e convertì l'antica prigione del castello nella grotta e nel sepolcro del mago Merlino, secondo la descrizione che quegli ne fece nel canto terzo del suo svariato inimitabile poema.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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