Quindi, accese alcune fiaccole, per riposti anditi e scale segrete li guidņ alla chiusa porta del loggiato superiore che metteva alla gran sala da ballo. A colpi di scure la scassinņ, e bentosto fu dentro coi granatieri, gridando: Viva Savoia! I danzanti sbalorditi alla prima credettero che fosse una scena da teatro; ma al ripetuto grido di Viva Savoia! si avvidero di essere in cospetto di una nuova Giuditta, e indarno tentarono resistere ai gagliardi assalitori. Maria Bricca e i bravi nostri granatieri furono addosso ai Francesi e li costrinsero ad arrendersi. Furono fatti prigionieri sonatori e ballerini, due generali, ottocento uomini fra sotto-ufficiali e soldati; bandiere, artiglierie e vettovaglie del nemico caddero in potere de' nostri. Dopo tre giorni, la gran battaglia di Torino mise il colmo al nostro trionfo, al quale contribuģ grandemente l'animosa Maria Bricca coi cinquantacinque granatieri piemontesi. -
Il giovane sardo, lieto di questo racconto, a me indirizzandosi, sclamņ:
- Signor professore, questa Maria Bricca č dunque famosa come la Eleonora d'Arborča, in onor della quale ella promosse l'Accademia letteraria nell'universitą di Cagliari?
- Non tanto, gli risposi. Maria Bricca di Pianezza deve essere annoverata colla Segurana di Nizza, colla Cinzica di Pisa, con Beatrice di Luserna e la Stamura di Ancona, e con altre valorose che giovarono alla salute della patria. Ma Eleonora, la celebre giudicessa di Arborča, legislatrice e condottiera di eserciti, ed esempio magnanimo di caritą cittadina, č la donna pił gloriosa che splenda nelle Storie d'Italia.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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