Mentre in Italia le fazioni cozzavano, le repubbliche divise e discordi perdevano le loro libertà, e invano i nostri pensatori e i ministri della carità cristiana coi poeti gridavano ai popoli irosi pace, pace, pace; mentre infiacchite dalle civili discordie le italiche genti si assoggettavano a tiranni domestici e forastieri, i Principi Sabaudi, postisi a sentinella delle Alpi e col pensiero rivolto all'Italia, costanti nel proposito di restituirle il grado di nazione, coll'opera lenta ma ordinata di politico reggimento fondavano quel principato in cui doveansi maturare i nostri generosi destini.
Destreggiandosi i Principi di Savoia fra prepotenti nazioni, videro necessario all'avvenire d'Italia un forte ed agguerrito esercito, e primi nella nostra Penisola, sbarazzatisi dell'incerto aiuto dei capitani di ventura, si crearono un esercito nazionale.
La bravura militare accompagnò i nostri Principi ed estese il loro dominio. I due Amedei VII e VIII raccoglievano sotto il loro scettro proteggitore la contea di Nizza e quella di Ginevra. L'alleanza di Casa Savoia era cercata dai potenti d'Europa; ed i suoi Conti, poscia i suoi Duchi procedevano con passo sicuro ad accrescere la gloria del loro paese. La Casa di Savoia, mescolata ai politici rivolgimenti, che tennero per tanti anni divisa l'Europa, prese parte a tutte le guerre, crescendo sempre i suoi dominii, e conservando la sua indipendenza.
Principi per virtù insigni e per civile sapienza, legislatori e guerrieri uscirono dalla nobile schiatta che la Provvidenza avea prescelto a propugnare l'italico riscatto.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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