Alla fine il Principe Tommaso, mal sostenuto ed ingannato dal Leganes, dovette capitolare addì 29 settembre, e ad onorevoli condizioni si ritirò sulle rive della Dora Baltea in Ivrea, costretto a lasciar nel dolore e insanguinata la Dora Riparia. Madama Reale Cristina entrò in Torino vestita a corruccio, nè solo a rimpianto del perduto consorte, ma pure rammaricandosi d'una vittoria riportata nelle discordie fraterne sui torinesi cittadini; avvegnachè pacificatasi poi co' Principi cognati, anco da essi venisse riconosciuta Reggente.
La bella Duchessa, libera dai travagli della guerra, spesso procurò sopire le cure di Stato sulla riva sinistra del Po, nel delizioso Castello del Valentino da lei fatto ricostruire fastosamente ed ornare secondo il gusto de' suoi tempi.
Chi entra in quell'edificio, dopo averne letta l'accurata monografia42 di Giovanni Vico, è tentato d'immaginarselo uno de' fatati castelli che celebrò la musa di messer Ludovico.
Di rincontro al Valentino, su la riva opposta del fiume, le verdi colline coi giardini e le ville, e coi variati prospetti, ricordano i poggi beatissimi di Posilipo e di Mergellina, ed empiono l'animo di storiche rimembranze, da Carlomagno nella badia di Vezzolano a Silvio Pellico nella villa Barolo.
Tutto ride e spira pace colà d'intorno; e lo stesso Eridano scorre pacifico, come placido lago, sotto i veroni del castello turrito, che fu stanza di amori e di ozi soavi: e coi balli, i caroselli e i tornei, onorò le feste nuziali de' nostri Principi.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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