Mentre le sale del Castello echeggiavano di clamorosi tripudi, sulle acque del fiume furono veduti vivaci simulacri di fiorite isole allegrate di canti e allegoriche rappresentazioni; e in compagnia di molte navicelle adorne fu veduto il nostro Bucintoro, foggiato nel 1731 sul famoso di Venezia, passar fra gli evviva dei Subalpini, ricco d'intagli, dorature e simboliche immagini, leggiadro monumento dell'arte scultoria in legno.
Nel castello del Valentino tutto è sorriso e pace: ma la duchessa Cristina nello splendore della bellezza e delle feste più volte sarà stata assalita dalle squallide memorie dell'assedio di Torino, opera del suo fratello e del Richelieu, ostili ai Principi di Savoia.
Altro sanguinoso assedio ebbe a sostenere l'eroica Torino contro le ambizioni francesi, e fu il famosissimo del 1706, il quale fece persuaso l'orgoglioso Luigi xiV non poter sempre i grandi e forti riuscire a ciò che ingiustamente vorrebbero.
Nella lunga e terribile guerra della successione di Spagna, Vittorio Amedeo II, Duca di Savoia, accostossi alla lega de' potentati, che volevano porre sul trono spagnuolo un Principe austriaco, mentre Luigi xiV voleva stabilirvi il Duca d'Angiò, suo nipote. Dopo varie vicende la somma delle cose della guerra in Italia parve tutta restringersi intorno a Torino. Infatti quel superbo che soleva dire: Lo Stato sono io, deliberò di sbalzar di seggio Vittorio Amedeo, mandando poderosa oste a debellarne la metropoli.
La notte del 2 di giugno 1706 le milizie nemiche superiori alle nostre per numero non per valore, e capitanate dal vanaglorioso La Feuillade aprirono la breccia, facendo prima interrogare Vittorio Amedeo dove avesse l'alloggiamento per risparmiarlo43 nelle ostilità. Il nostro Duca rispose: Il mio quartiere è sui bastioni della cittadella.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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