Ricordevole dell'Università di Torino, ne aggrandì l'idea, come tutto ciò che il grande Capitano toccava, alla stregua del suo impero e del suo genio: creò l'Università imperiale».
Il che venne eloquentemente confermato dal celebre naturalista Cuvier, quando nel 9 aprile 1810 parlando ai Professori adunati nella grand'Aula del nostro Ateneo, dopo aver accennato agli illustri uomini che in esso eran fioriti, entrò a ragionare delle Costituzioni che lo governavano, e disse:
«Il vostro Ateneo dee tornare a gran vanto della Università imperiale, anche sott'altro riguardo; perchè da esso l'Imperatore pigliò norma ed impulso alla sua stupenda rigenerazione degli studi».
La nostra Università, sì giustamente celebrata, crebbe di gloria ampliandosi nell'insegnamento, e sempre più arricchendosi di gabinetti scientifici44 e di maestri insigni. Oggi è governata dalle leggi del 13 novembre 1859 e del 31 luglio 1862, e dai Regolamenti approvati coi RR. Decreti del 14 settembre e 5 ottobre 1862. Vi s'insegnano teologia, giurisprudenza, medicina, lettere, filosofia, scienze fisiche e matematiche con cinquanta professori ordinarii, diciannove straordinari o incaricati, ventotto professori onorari ed emeriti, e con centotrentuno dottori collegiati. Nel Borgo San Salvario, non ha guari, si assegnò un caseggiato alla Scuola Veterinaria, e la Scuola di applicazione per gli ingegneri, felice creazione della legge Casati (13 novembre 1859), fu aperta nel Castello del Valentino, dove la severa Matematica vien rallegrata dal verde dei giardini circostanti, dal mormorio delle acque cadenti e dalle festose memorie del sito.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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