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      Visitai pure nella via Oporto l'asilo aperto dalla liberalità del conte Camillo Benso di Cavour. Solerte direttore di quell'instituto è il teologo Pagnone, che in funebre discorso saviamente ne ricordava il benefattore, dicendo: «Una prova che la Provvidenza protegge e sospinge l'opera nostra, si è che le procaccia larghe beneficenze di insigni benefattori. Il conte Camillo di Cavour che desiderò nuove glorie alla Dinastia regnante, non trascurò i tapinelli; ei che mirò a far grande l'Italia, non obbliò i minimi fra i Piemontesi: oltre la tenera pietà che ne sentiva, ben sapeva che il risorgimento di una nazione non è mai stabile e sicuro, ove le masse popolari non siano sufficientemente educate. Quindi egli in vita fu promotore ardente, anzi confondatore de' nostri Asili, e morendo li dotava di una parte delle sue sostanze, che, raddoppiata ancora dal nipote, varrà da sè sola a creare un novello asilo. Questa generosa emulazione fra un testatore e il suo erede, questa nobilissima gara di chi muore e di chi sopravvive è di memorabile esempio, degnissimo di venire dai doviziosi cittadini imitato48».
      Sia benedetta sempre la instituzione degli Asili infantili! In questo secolo di continue riforme non osi alcuno snaturarla colla smania di migliorare. Ai parvoli negli Asili voglionsi le cure di madre amorevole, non i precetti di faticosa institutrice.
      I bimbi abbisognano di affetto più che di studio, di armonie più che di discorsi, come gli usignoletti che ne' loro nidi imparano ad aprire le alucce al primo volo fra il mormorio dei zeffiri e l'olezzo delle rose.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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