Giova ricordare l'origine della Piccola Casa. Una povera donna straniera, da Milano moveva per Lione col marito e tre figliuoli; e passando per Torino, nel due settembre 1827, infermò nell'albergo della Dogana Vecchia. Fu portata qua e là per ricoverarla in qualche spedale, ma priva de' titoli richiesti non fu accolta, onde, travagliata dai disagi del trasporto, presto morì la infelice in quell'albergo fra le smanie della famiglia desolata.
A spettacolo sì compassionevole trovossi presente il canonico Cottolengo, che di conforti religiosi avea soccorso la inferma straniera nelle ultime ore di vita. Egli, adempiuto l'ufficio di sacerdote e rattristato del caso doloroso, andò a conferire colla Congregazione del Corpus Domini, di cui era socio, intorno alla deliberazione da lui presa di preparare un ricovero ai miseri abbandonati per le vie, ed agli infelici privi di aiuto, come la inferma straniera della Dogana Vecchia.
La Congregazione lodò ed agevolò la pia proposta, onde il Cottolengo, semplice e retto di cuore, innamorato del maggior bene degli uomini, e fidente nella suprema Provvidenza, cominciò l'opera benefica nel 1828 da una piccola infermeria, aperta nella casa della Volta rossa. La infermeria, nel 1831, da lui trasferita, dove ora si trova, nella regione di Valdocco, fu il fondamento alla Piccola Casa della Divina Provvidenza sotto gli auspìci di San Vincenzo de' Paoli.
Non è più piccola ma vasta casa di carità quella del Cottolengo, che accoglie poveri di ogni condizione e d'ogni età, dal bambino al decrepito, dal sano all'incurabile.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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