Ma come il Cottolengo procacciò i mezzi a mantenere dodici istituzioni da lui fondate e insieme congiunte? Come potè creare spedali, farmacie, scuole, asili d'infanzia ed officine di arti e mestieri per una famiglia di duemila e più poveri?
Sua ricchezza e possanza fu la fede nella divina Provvidenza, la fede viva, colla quale Pietro l'Eremita predicò le Crociate, la fede accompagnata dalle opere, senza cui sarebbe inutile; perciò in uno dei cortili della Piccola Casa, sulla parete di rincontro alla statua di San Vincenzo de' Paoli, leggesi: Fides sine operibus mortua est.
Il fondatore della Piccola Casa morì nell'aprile del 1842 e Monsignor Lorenzo Renaldi, vescovo di Pinerolo, che ne dettò con sacra facondia l'Elogio storico52, pubblicandolo, giustamente lo intitolava al canonico Luigi Anglesio, che al fondatore succedette nelle virtù e nella direzione dell'Opera benedetta.
Visitando la Piccola Casa andai ad inchinarmi alla tomba del Cottolengo. Egli è sepolto, come desiderò, sotto l'altare di Maria Vergine, innanzi a cui, fra cento e cento quadretti in cui sono effigiati i tanti santuari di Maria sparsi pel mondo, il piissimo uomo soleva prostrarsi ed invocare a pro degli infelici la celeste misericordia. Egli riposa nella casa da lui edificata, tra i poveri da lui protetti, come padre fra' diletti figliuoli.
In Londra Cristoforo Wren è sepolto nella Basilica di San Paolo da lui architettata. In Malta l'armigero pittore delle Calabrie, Mattia Preti, dorme fra i sepolcri della soglia blasonica nella cavalleresca chiesa di S. Giovanni, da lui dipinta.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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