Chi non ammira colà i due marmi animati dal Vela? Nell'uno è onorato il Manin, il veneto cittadino che, repubblicano di origine, con vivo accorgimento riconobbe e riverì nella monarchia di Savoia l'unica salute della presente Italia; nell'altro marmo è onorato Cesare Balbo che meditabondo tiene la mano sul rinomato suo libro Delle Speranze d'Italia. Visitatori del grand'uomo, non rompete con vane ciance il nobile corso de' suoi pensieri. Egli è assorto in gravi meditazioni. Inchinatelo tacendo, e andate oltre.
Dai fioriti viali dei Ripari trasportiamoci fra gl'incensi degli altari nella Chiesa della Consolata che ricorda Ardoino, l'infelice re d'Italia, in una cappella da lui eretta.
Nel 31 luglio di quest'anno entrai in quel tempio mentre il cielo abbuiatosi turbinava, e, piovendo a dirotta, il vento dalle finestre aperte spingeva l'acquazzone contro le marmoree colonne del Santuario. Una musica soavissima si diffuse, e parve colla virtù dei suoni rasserenare la scompigliata natura. Era il nostro celebrato Marini che sonava l'organo maraviglioso del tempio. Egli toccando maestrevolmente colle magiche dita i tasti dell'organo crea subite armonie ispirate dall'affetto del cuore e dalla maestà della religione.
Una vivida luce tornò a rallegrare il cielo e la chiesa; l'incantevole musicista coi suoni ora imitando il canto degli usignuoli traea il mio spirito a pregare in fondo ad una selva, ed ora imitando i flebili rintocchi della campana mi ricordava in sul vespero l'Ave Maria del villaggio.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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