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      L'Arienti nell'opera commessagli pel regale palazzo sč medesimo dipinse vestito da popolano nell'atto di lanciare una pietra contro il barbaro Federico; e in tal guisa l'inclito professore dell'Accademia Albertina diceva a' suoi colleghi che gli artisti deggiono suscitare, e all'uopo anco eseguire le difficili imprese per la patria.
      La commissione data all'Arienti nel 1845 era il primo squillo delle prossime battaglie nazionali; e nel 1850 quando si lamentavano le recenti sventure dell'Italia caduta nella battaglia di Novara, ed erano assai dubbie le speranze del nostro avvenire, Re Vittorio Emanuele II nella pubblica mostra di Belle Arti al Castello del Valentino, a far manifesta la perseveranza della sua fede politica, avendo a' fianchi il Presidente del Consiglio de' Ministri e sommo artista, Massimo d'Azeglio, per aggiungere decoro alla Reggia acquistava il quadro di Felice Biscarra rappresentante Cola da Rienzo che parla di libertą al popolo di Roma; e quindi acquistava pure, ad ornare il Reale Palazzo, la tela di Gaetano Ferri che ritrae il lutto del Piemonte per la morte di Carlo Alberto, quadro che all'autore valse il premio della medaglia d'oro nell'Esposizione di Parigi del 1855. Lo stesso magnanimo Re nel 1858 accogliendo ospitalmente nella Reggia la tela del Gastaldi, in cui č raffigurato il Barbarossa vinto a Legnano, si apparecchiava all'eroica impresa, per cui avrebbe veduto i nipoti del Barbarossa vinti e scombuiati fuggire dai poggi di Solferino.
      Andiamo a visitare le stanze regali, e vedremo l'amore del Bello espresso da ingegni valenti e forti di patria caritą. Quivi si veggono in quattro quadri di Massimo D'Azeglio le imprese del conte Verde, di Amedeo VII e di Emanuele Filiberto; Vittorio Amedeo II, re di Sicilia, che sale alle pittoresche rovine di Taormina, mentre vaghissime donne gli offrono corone di fiori.


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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 263

   





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