Dal sommo della colonna pendevano i lembi d'un velo nero, e su gli scalini del piedistallo, coperto di negri panni erano sparse parecchie corone e sorgeva uno stendardo coll'impronta del caduceo e la scritta: Giovani del Commercio di Torino.
Una giovane donna vestita a gramaglie con in mano il rosario era genuflessa sovra una di quelle fôsse, da cui sorgeva modesta croce congiunta al tronco d'un salice. La mesta pregava e singhiozzava; e frattanto a' suoi fianchi bionda fanciullina appendeva corone di fiori ai ramoscelli del salice.
Mi appressai, e benchè la sua beltà fosse ormai sfiorata dal dolore, io la riconobbi. Era la Lucia di Bousson, la figlia del pastore Giacomo.
- Lucia, anche voi qui...! le dissi, già commosso per la risposta amara che aspettavo.
Ella, pallida e lagrimante, levò gli occhi dalla fôssa; ma, immersa com'era nel dolore, non mi ebbe tosto riconosciuto. Allora io soggiunsi:
- Non ravvisate colui che accoglieste ospitalmente nella capanna paterna, là presso alla sorgente della Dora?
- Oh sì!; - ella rispose, traendo un profondo sospiro: e, stanca di affanno e di pianto, andò a sedere sui prossimi scalini del piedistallo seco traendo la fanciulletta, mentre l'andava amorevolmente accarezzando.
- Oh sì; riprese Lucia: è proprio lei che mi rivide a Bussoleno tutta festevole, quando andavo a nozze col mio buon Maurizio... ora qui sepolto!
- Infelice!
- Sì, infelicissimo il mio Maurizio! Egli, acceso d'amor patrio, lasciò la vita pacifica dell'agricoltura per arruolarsi nel nostro esercito, e nella battaglia di Sammartino con atti di valore aveasi acquistato il grado di uffiziale.
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La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
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