Ora Italia trïonfa securaNella fè del tuo divo pensiero,
E già torna al suo pristino imperoDalla notte di barbare età.
Coll'eloquio di Tullio e Marone
Dal Tarpeo dominò l'universo,
Coll'eloquio che informa il tuo versoAll'antico splendor tornerà.
Da vetusto ed informe linguaggio,
Fra le plebi obblïato di Roma,
Germogliò con leggiadro idïomaLa parola del nostro avvenir;
Crebbe al sole d'illustri memorieDa Toscani cantata e da Sardi67,
E si accese di spirti gagliardiNelle prove del patrio martir.
Ebbe alfin questa degna parolaDelle muse la gloria suprema,
Dal civile tuo sacro pöemaSuggellato d'eterna virtù;
Ed espresse fra gli odî fraterniLa bontà dell'ingegno latino,
Viva sì ne' tuoi carmi, o Divino,
Che per tempo scemata non fu.
La bontà degli etruschi ardimenti,
Che l'incendio agitò de' tuoi carmi,
Nella possa irrompeva dell'armiOnde valse il Tedesco a domar;
Penetrò nell'insubre congegnoChe gli elettrici messi governa,
Del Cenisio negli antri s'internaE di Sue ricongiunge i due mar.
Salve, nunzio dei veri superni,
Affratella in magnanimi intentiDel latino legnaggio le genti
Disgregate in lontane città.
Col tuo verbo risuscita i giorniCh'ebber vita dall'italo sangue;
E l'umano consorzio che langueRinnovato sul Tebro sarà.
Torino, addì 25 dicembre 1865.
| |
La Dora
Canti e prose
di Giuseppe Regaldi
Tipogr. Sebastiano Franco Torino 1864
pagine 263 |
|
|
Italia Tullio Marone Tarpeo Roma Toscani Sardi Divino Tedesco Cenisio Tebro
|