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      Non intendo dire con ciò, che le prime cognizioni dell'uomo riguardassero la scienza della Natura sensibile. Poichè non ignoro che l'uomo conobbe, fin dal suo primo apparire sulla Terra, le cose più necessarie a sapersi; quali sono la sua origine, la sua destinazione, le sue obbligazioni verso Dio, verso sè, e verso gli altri; come pure ebbe notizia di certe proprietà della materia, e della costanza dei fenomeni, e dei modi onde procurarsi le cose più necessarie a nutrirsi, a ricoprirsi, e a ripararsi dalle intemperie delle stagioni. Conobbe insomma fin da principio la sua storia, e certe arti rudimentali, e specialmente l'arte del viver rettamente. Conobbe per altro tutto ciò o per rivelazione, o per tradizione, o per osservazione immediata, e direi quasi fortuita, dei fatti più ovvii. Ma quanto a scienza vera; a scienza non positiva, ma filosofica, cioè rigorosamente presa; la prima volta che gli uomini si rivolsero ad essa, non fu già per apprendere le scienze astratte, come la Matematica, o l'Ontologia, ma bensì quelle che ànno un oggetto concreto e reale; e fra queste, non quelle che riguardano direttamente Dio, o l'uomo sia isolato sia in società, come la Teologia, la Psicologia, l'Etica, il Giuspubblico, la Giurisprudenza, la Politica, l'Economia pubblica; in breve, nè le scienze (per usare la divisione platonica) razionali, nè le morali, ma solamente le naturali; in quanto queste insegnano i movimenti ed i varii aspetti degli astri, la disposizione e figura dei continenti, e delle varie loro regioni, l'origine delle malattie ed i loro rimedii.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Prima
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 395

   





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