Or su queste non sarà certamente un fuor di opera l'intrattenerci alquanto.
I. Primieramente non vi è bisogno di dire, che il ragionamento dev'esser condotto secondo le prescrizioni della Logica generale; ma è indispensabile ricordare una regola, la quale suol esser dimenticata più in Fisica, che in ogni altra scienza, e più forse nell'assegnare il dovuto valore ai fatti, che in qualunque altra parte. Ed è di non dare al ragionamento nè poco, nè troppo. Perchè se è vero che questo è necessario a fare la scienza, e però non si deve solo osservare senza ragionare; è anche vero che la scienza poggia su i fatti, e però non può esser lecito ragionar solamente senza osservare: altrimenti si dovrà inevitabilmente cadere o nell'empirismo o nel razionalismo.
1°. Si cade nel razionalismo I. Col provare dal solo concetto l'esistenza delle cose, e le loro reali proprietà. Infatti se il concetto non senza ragione si ritiene insufficente a dimostrar l'esistenza di Dio, la cui possibilità ed infinita perfezione racchiude l'esistenza reale; tanto più lo sarà nelle cose contingenti, la nonesistenza delle quali non ripugna affatto. Parimente non si potrebbero indovinare le proprietà reali, e veramente esistenti in un essere qualunque; ma invece conviene, o rinvenirle nel fatto, o dedurle da esso. II. Coll'invocare nozioni e principi astratti non ben determinati dalla osservazione dei particolari, e però inesatti e fecondi di conseguenze assurde; come sarebbero - la natura aborre il vuoto - l'aria tende verso la sfera del fuoco.
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Primieramente Logica Fisica Dio
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