6°. Nel ricercare le analogie, bisogna evitare due estremi. I. Non aver troppo a calcolo le differenze. II. Non fermarsi troppo presto alle simiglianze. Chè nel primo caso, pel soverchio attendere alle circostanze accessorie, variabili ed individuali, non si coglie mai la legge, cioè la costanza, ed universalità; nel secondo si corre pericolo di contentarsi di ombre di rassomiglianze, e cadere in false analogie.
7°. Le leggi stabilite per induzione, aiutata dall'analogia, non dànno una sola acquiescenza pratica, ma una vera certezza scientifica, sebbene non apodittica. Dissi certezza vera, perchè ne abbiamo una persuasione, che esclude ogni ragionevole sospetto di errore; scientifica, perchè ne conosciamo il vero fondamento intrinseco; non apodittica, perchè l'opposto metafisicamente non ripugna, ma è una assurdità fisica, vale a dire una stranezza, che non può ammettersi da uom di senno.
III. Ove poi il ragionamento venga adoperato per la osservazione dei fenomeni, sono da osservarsi le seguenti prescrizioni.
1a I punti di partenza sono comunemente le leggi, e le nozioni acquistate per mezzo dell'osservazione dei particolari: dacchè i principii proprii della Fisica sono teoremi generali, stabiliti per mezzo della ispezione metodica de' casi speciali.
2a Il ragionamento, nell'inferire che si fa un fatto da una legge, od anche una legge da un'altra più generale, procede per deduzione; e ad esporlo in forma, si ricorre comunemente al sillogismo.
3a Ma spesso si adopera la istanza della croce; ossia un sillogismo disgiuntivo perfetto affermativo, col quale si stabilisce la verità di una spiegazione sulla rovina di tutte le altre possibili.
| |
Fisica
|