4a Talora non riesce di dare la spiegazione dei fatti, col mostrare la connessione loro con cagioni e leggi già dimostrate; ma convien ricorrere ad ipotesi. Le quali si fanno in due modi; cioè o col riportare per congettura certi effetti ad una fra le cagioni conosciute, o coll'imaginare una cagione nuova, come produttrice di quei fenomeni.
5a Nell'uno e nell'altro caso può essere che si riesca a far trapasso dalla probabilità alla certezza: ma su tal punto conviene andare assai guardinghi e cauti; poichè, come diceva Newton, il convertire troppo leggermente le ipotesi in tesi è il veleno della ragione, e la peste della Filosofia. Si ottemperi quindi con tutta esattezza alle seguenti leggi.
6a Nella prima maniera di ipotesi si compie la spiegazione col solo dimostrare, che la cagione, già nota e vera, è sufficiente a produrre gli effetti in discorso; secondo il primo corollario del principio di analogia.
7a Nella seconda maniera di ipotesi è necessario provare che la cagione, la quale è stata ideata per la spiegazione di cui si tratta, è semplice, e ad un tempo acconcia a dar ragione di un numero grande di fatti complicati; secondo il quarto corollario del principio medesimo di analogia.
8a Quale sia il numero dei fatti e quale la complicazione, di cui tratta la precedente regola, non può stabilirsi in antecedenza; anche questa è faccenda di sagacia e di tatto scientifico. Per altro è canone generale, che il computo non sia chiuso dai soli fatti, che ànno dato occasione ad imaginare la ipotesi.
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Newton Filosofia
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