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      II. Gli esperimenti positivi sono da preferire ai negativi, cioè ai non riusciti. III. Tener conto delle varietà estrinseche, venti, stagioni, caldo, freddo, umido, asciutto...; affinchè non si ascriva alla causa principale ciò, che proviene da qualche perturbazione: e in ogni modo replicare le esperienze in condizioni opposte. IV. Rendersi un esatto conto di quanto vi è di artificioso nell'esperimento; per non correr rischio di confonder l'arte colla natura. V. Quando colle esperienze si vogliano apprezzare delle qualità, e se ne abbiano risultati diversi, prendere la media aritmetica fra tutti: in una serie di numeri poi assumere i più regolari. Regola legittimata dal principio di analogia.
      3° Finalmente quanto alla Geometria e calcolo, tralascio di ricordare, che non si debbono preferire le regole della Matematica, ed avverto. I. Il calcolo e la Geometria vengono opportune per stimare la quantità; non mai per decidere sulla qualità dei fenomeni. II. Non possono applicarsi che ai fatti più semplici: male si invocherebbero per spiegare la vegetazione, o per la cura delle malattie. III. Si tenga sempre a mente nello sviluppo dei ragionamenti matematici, se il punto di partenza fu un fatto o una pura ipotesi. IV. Non si perda di vista, che nell'applicare la Matematica, conviene spogliare i fenomeni di molte loro qualità, e ridurli ad una espressione molto semplice, e in un certo senso astratta. V. Da ultimo la Matematica, essendo un mezzo e non un fine, dev'essere adoperata colla più grande parsimonia.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Prima
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 395

   





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