Ma queste si sollevano a più grande altezza, e percorso un arco maggiore di una semiperiferia, si immergono sotto l'orizzonte al di qua di ovest, e ritardano meno a rinascere. Dopo queste, altre stelle emergono da punti più prossimi a norte, e descrivono archi sempre maggiori, cioè di maggior numero di gradi, ma non di più grande raggio (come accadeva, quando eravamo rivolti a sud): perchè il contrario intanto che viene aumentando gradualmente l'arco, vediamo che viene diminuendo il raggio del cerchio, di cui esso arco fa parte. Anzi ci accorgiamo che certe stelle descrivono ogni giorno un circolo intero; ma quanto è più angusto lo spazio, a cui limitiamo la nostra attenzione, tanto è più piccolo il raggio di questi circoli. Di modo che riguardando fra zenit e norte ci si appalesa una stella, la quale a differenza di ogni altra rimane perpetuamente immobile, al centro appunto di quei circoli, sui quali scorrono le sue vicine. Adesso divien certezza il sospetto che concepimmo intorno alle stelle osservate verso sud; chè cioè, ogni giorno ricomparissero sempre le medesime, e che ciascuna compiesse sotto l'orizzonte il resto del circolo, avente a centro un punto a noi invisibile. Anzi tutto ci porta a credere, che dalla parte medesima vi sieno altre stelle, le quali scorrano per circoli a noi del tutto nascosti sotto l'orizzonte: che se ci piaccia di viaggiare verso là, o di richiederne altri osservatori. che colà dimorino, sparirà ogni dubbiezza anche su questo proposito.
3°. Ciò posto notiamo, che questo movimento offre alcuni caratteri assai importanti per la dimostrazione della tesi.
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