In altri termini, vi è una differenza forte fra le distanze (massima e minima) dell'astro dal Sole; e però l'orbita cometaria à (come dicesi) una eccentricità.
4°. Di ogni cometa, che apparisce, gli Astronomi cercano i così detti elementi costanti; cioè la rivoluzione periodica, l'eccentricità, l'inclinazione dell'orbita al piano dell'eclittica, il nodo, ossia il punto in cui quella taglia apparentemente questa, e la collocazione dell'orbita, vale a dire la longitudine del perielio. E la medesimezza di questi elementi si esige per ritenere che una sia certamente identica a qualcuna di quelle, che furono altre volte osservate e calcolate.
5°. Quando una cometa principia a vedersi non consiste in altro, che in una rotonda nebulosità senza vestigio di coda la quale (quasi nebbietta di forma circolare) mostra nel centro un punto più denso e luminoso. Coll'accostarsi che essa fa al Sole, questo punto più denso comincia a divenire eccentrico, e meglio si distingue dal resto, quasi fosse un nucleo ambìto da un'atmosfera. Intanto dalla parte diretta verso il Sole si formano dei getti di materia lucida, i quali si veggono prima inoltrare verso quest'astro, e poi retrocedere, come se fossero respinti da un soffio che emanasse dal Sole medesimo; e questi appunto costituiscono lo strascico della coda. Quando poi la cometa si allontana dal Sole, quell'azione che fu fino allora tumultuosa, si trasforma quasi in un placido sedimento, ai getti irregolari succedono inviluppi regolari, la materia sembra successivamente riassorbita dal nucleo, la coda quindi s'accorcia, in fine svanisce affatto, e l'astro riprende la primiera apparenza di rotonda nebulosità. La coda pertanto si trova sempre nella parte avversa al Sole; e perciò segue il nucleo, quando questo si approssima all'astro maggiore, e lo precede quando se ne allontana.
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