Ma per nostra gran ventura il Cristianesimo à già trionfato dell'idolatria, ed il magistero infallibile della Chiesa à sbandito da tutti i popoli colti la superstizione, e screditato l'astrologia. Al presente, anche l'idiota sa che fu il Dio nostro Uno e Trino, che trasse dal nulla tutti i pianeti che ne regolò i diversi aspetti, che assegnò loro la strada, cui dovevano incessantemente calcare. Ei fu che creò un numero di comete sì grande, che potè esser portato da Arago a ben 17 milioni, e non passa anno che non abbia le sue: e perciò sarà più facile che fatti luttuosi manchino alle comete, che non queste a quelli. Ei fu (nessuno or più lo ignora), non già i pianeti, Ei fu che diede a noi le diverse inclinazioni ed attitudini, e ci lasciò liberi a migliorarle o depravarle. Egli che permise il male publico e privato per rendere possibili quelle grandi azioni, che tanto ci nobilitano. Egli è che ci sorregge in ogni nostra operazione, che ci premunisce contro i vizii, che ci corrobora alla virtù. Nelle sole sue mani sono le nostre sorti, e quelle delle nazioni.
ARTICOLO V
STELLE
30. Sfera parallela.
Dopo avere trattato dell'aspetto dell'Universo, del Sole, della Luna, dei pianeti, e delle comete, è tempo oramai di dire qualche cosa di più particolareggiato intorno alle stelle fisse. Ne esordiremo il discorso dall'esposizione dei varii aspetti, che esse offrono ad osservatori collocati in siti differenti della Terra, e dei fenomeni diurni, che ne conseguitano.
I. SCOLIO.
Fra gli argomenti della globosità della Terra, vi è ancor quello (14. I. 1°) dell'apparizione di sempre nuove costellazioni dalla parte di borea e della contemporanea scomparsa di altrettanta porzione di Cielo dalla parte di austro, nella supposizione che ci piaccia viaggiare verso norte.
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