La cometa, che sembra avere il suo afelio alla maggiore distanza di ogni altra, dicesi essere quella scoperta a Parigi da Mauvais il 7 luglio 1844; la quale, secondo i calcoli di Plantatamour, impiega 100 mila anni a compire la sua rivoluzione.
II. COROLLARII.
1°. Dunque, prescindendo da Nettuno, l'orbita di ciascun pianeta primario dista da quella di Mercurio a un dipresso il doppio dell'antecedente. Dacchè, ove si confrontino i numeri sopra assegnati, e si prenda per unità il decimo del raggio dell'eclittica, o dell'orbita della Terra; facilmente si vedrà che Mercurio dista dal Sole 3,9 di tali decimi; Venere ne dista 7,2; la Terra 10; Marte 13,2; Plinnia 28,6; Giove 52; Saturno 95,3; Urano 191. Per la qual cosa levando dal raggio di ciascun'orbita il 4, che rappresenta il raggio dell'orbita mercuriale; la distanza dell'orbita di Venere da quella di Mercurio è 3, da questa stessa dista quella della Terra 6, Marte 12, Polinnia 24, Giove 48, Saturno 91, Urano 187. Questa legge, che non abbraccia Nettuno, e che è un poco inesatta(26) per gli ultimi due pianeti, chiamasi la legge di Bode, sebbene questi non ne abbia forse il merito dell'invenzione.
2°. Dunque ciascuno(27) dei satelliti di Giove dalla metà del raggio dell'orbita del primo dista il doppio dell'antecedente. Infatti la distanza del primo è 3 + 3 x 1, quella del secondo è 4 + 3 x 2, del terzo è 3 + 3 x 4, quella del quarto è 3 + 3 x 8.
3°. Dunque ciascuno dei cinque ultimi satelliti di Saturno dalla metà abbondante del raggio dell'orbita del quarto dista il doppio del suo antecedente; ma debbono eccettuarsene il sesto e l'ottavo, che se ne discostano quello un poco meno, e questo molto più del doppio del loro precedente.
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