E questa è la ragione, per la quale l'asse del Mondo si rivolge in tutto l'anno al medesimo punto fisico di Cielo, o alla medesima stella; sebbene matematicamente parlando debba descrivere colassù un circolo del diametro di ben duecento milioni di miglia, ossia 300 milioni di kilometri. Gli antichi non sapeano persuadersi che due rette, le quali partano da due punti distanti fra loro 180° sull'orbita percorsa annualmente dalla Terra, e sieno fisicamente parallele, possano incontrarsi nel Cielo sopra una medesirna stella, o che viceversa, incontrandosi colà, sieno ciò non ostante sensibilmente parallele. E però negarono con tutta fermezza il moto annuo del pianeta da noi abitato. Pur nondimeno dalle laboriose investigazioni di Bessel nella costellazione del Cigno è risultata una parallasse, che non sembra potersi ascrivere ad errore alcuno di osservazione. Ma essa è così tenue da doverne concludere che la luce, sebbene faccia più di trecento mila kilometri ogni minuto secondo, debba impiegare, per giungere dal Cigno alla Terra, ben dieci anni. E la lunga serie di osservazioni, fatte sulla Lira da Pond nell'osservatorio di Greenvich, non à dato parallasse maggiore di ventisei centesimi di minuto secondo (0",26.). Per la qual cosa, ancorchè voglia supporsi, che questa parallasse sia dovuta a qualcuno dei tanti errori, a cui va soggetto questo genere di osservazioni, l'alfa della Lira dista da noi certamente più di 30 bilioni di kilometri, cioè dista un numero di miglia romane rappresentato dal 2 seguito da tredici zeri.
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