Questa il mattino principia ad imbattere prima nelle più alte regioni dell'atmosfera, e poi anche nelle meno sollevate; e così a mano a mano viene illuminando una quantità sempre maggiore di aria, e quindi la luce crepuscolare si vien facendo sempre più sensibile: finché, all'apparir del Sole sull'orizzonte, i raggi lucidi percuotono direttamente anche il suolo; e, ripercossi anche da questo, rendono l'illuminazione ancor più vivace. Accade l'inverso nel crepuscolo vespertino, che è un poco più lungo del mattutino. A questo modo il passaggio fra la notte e il giorno non è violento, il Cielo non è oscuro e tetro, ed il contrasto fra i corpi direttamente illustrati dai raggi solari, e tutti gli altri è graduato, ed armonioso. Si è calcolato che il momento dell'alba è in quell'istante, in cui il Sole si trova 18° sotto l'orizzonte. Ma questa non è che un'approssimazione ed una convenzione: perché il vero principio dell'alba dipende dall'acutezza della vista di ciascheduno. Certo è che i crepuscoli sono più lunghi per i paesi, pei quali il moto diurno del Sole è più obliquo verso l'orizzonte; ossia pei paesi più vicini al polo. Cosicché, se i poli fossero abitati, la malinconia delle notti lunghe sei mesi sarebbe raddolcita dai crepuscoli, ciascun dei quali durerebbe un mese e tre quarti. Parimente nei siti, pei quali la sfera è obliqua, i crepuscoli degli equinozii sono i minimi, e massimi quelli dei solstizii. Mercé che dentro la fascia larga 18°, e limitata superiormente dall'orizzonte, si tratterrà più tempo il Sole, quando scorre per i circoli più piccoli, che quando va per l'equatore: chè di questo rimane racchiuso un numero minore di gradi nella detta fascia.
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