Anzi in generale può dirsi, che la neve abbonda sugli alti monti, ove domina maggior freddo. E questo è utile: dacché essa colassù serbasi per la stagione estiva, affinché allora sciogliendosi discenda ad irrigare i sottoposti campi, e ad alimentare i fiumi, e le sorgenti.
II. Ma anche la lieve, che cade al piano, è utile assai: mentre, ammantando i terreni colti, li difende opportunamente dalle fluttuazioni di temperatura anormali ed eccessive, specialmente nel verno.
III. I fiocchi di neve sono irregolari per la ragione, che le sue particelle, in forza dell'agitazione dell'aria e del loro incontro fortuito, si aggruppano alla rinfusa. Ma è assai mirabile la regolarità di figure, che assumono le singole particolette della lieve; le quali osservate al microscopio si mostrano sotto forma di stellette assai variate e bizzarre (fig.68.), ed ordinariamente a sei raggi.
IV. Curioso fenomeno è quello della neve rossa, la quale per altro non si scorge, che dove le nevi sono perpetue. Questa colorazione viene attribuita ad una specie di fungo (uredo nivalis) che vi vegeta sopra, e a certi animaluzzi microscopici, che vi si rinvengono.
3°. La grandine costa per lo più di un nucleo nevoso e bianchiccio, e di strati concentrici alternamente limpidi e opachi, indizio del successivo incrostarsi dell'acqua congelata sul granello centrale. La grossezza della gragnuola varia dal più piecolo globetto fino al volume di un uovo ordinario(31). Le nubi, che dànno origine alla grandine, abbassandosi diventano ordinariamente più dense e nericce; e sprigionano assai spesso delle folgori, o dei lampi accompagnati da tuono.
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